(OA) Open Access: cosa, quando, dove, come e perché dell'accesso aperto
Cos'è OA
Open Access è un movimento che si sviluppa con l’obiettivo di promuovere e diffondere la condivisione della conoscenza scientifica. Accessibilità, scoperta, interoperabilità e riuso sono le caratteristiche che contraddistinguono questo modo di intendere il prodotto editoriale di ricerca, sostenuto da Open Access.
Quando OA
Si sviluppa a partire dagli anni Settanta, come alternativa al monopolio degli editori universitari sulle pubblicazioni scientifiche. L’industria editoriale produceva infatti alti costi di pubblicazione per gli autori ed elevati tassi di acquisto per le università.
I principi costitutivi del movimento Open Access sono stati definiti attraverso una serie di dichiarazioni:
- 2002 Dichiarazione di Budapest. L’espressione “Open Access” diventa ufficiale con questo documento
- 2003 Dichiarazione di Berlino. Un autore accademico che sceglie di pubblicare i propri lavori in open access garantisce a "tutti gli utilizzatori il diritto d'accesso, gratuito, irrevocabile e universale e l'autorizzazione a riprodurlo, utilizzarlo, distribuirlo, trasmetterlo e mostrarlo pubblicamente e a produrre e distribuire lavori da esso derivati in ogni formato digitale per ogni scopo responsabile, soggetto all'attribuzione autentica della paternità intellettuale." (Dichiarazione di Berlino, trad. italiana)
- 2004 Dichiarazione di Messina (file in formato PDF)
Perché OA
L’accesso aperto nasce dal bisogno di dare una svolta al sistema dell’editoria scientifica, al fine di rispondere ad esigenze di visibilità e disponibilità dei prodotti della ricerca, in particolare quella finanziata pubblicamente.
Open Access ha voluto quindi differenziarsi dal sistema Tools Access, produzione scientifica contenuta in banche dati e riviste a pagamento, così da garantire al prodotto accademico ampia circolazione, attraverso la citazione della fonte, e maggiore impatto sociale sugli enti di ricerca e sulle università. La pubblicazione in Open Access consente la validazione delle pubblicazioni ed è un progetto di promozione e sviluppo di cultura e ricerca scientifica e tecnica. Scienziati, ricercatori e studiosi possono, attraverso Open Access, disseminare il proprio lavoro di ricerca rendendolo liberamente accessibili in rete, senza rischiare di perderne la paternità intellettuale, comunque garantita dall’Accesso Aperto.
Come OA
Open Access basa la propria sostenibilità economica su un modello di applicazione di strategie non proprietarie e non commerciali, alternativo alla produzione industriale tradizionale. Questo tipo di attività garantisce la disponibilità gratuita del contributo scientifico ed un ritorno economico dato invece dalla possibilità di disporre di servizi commerciali e supplementari al prodotto fornito.
Il progresso tecnologico è stato fondamentale per la nascita di Open Access. Sfruttando le potenzialità della rete, l’Accesso Aperto garantisce due possibili modalità di pubblicazione: la Gold Road e la Green Road.
OA e Green Road
La Green Road è un sistema di auto-pubblicazione che sfrutta i depositi istituzionali o disciplinari. l'autore archivia la copia elettronica di una pubblicazione di ricerca nel proprio archivio istituzionale. Si tratta di una pratica ormai autorizzata da molti editori internazionali (per verificare le policy degli editori è possibile consultare la banca dati Sherpa-RoMEO). Oltre agli archivi istituzionali messi a disposizione dalle università esistono altri archivi aperti come ad esempio: Zenodo, Arxiv, Pubmed Central.
OA e Gold Road
La pubblicazione ad accesso aperto o Gold Road permette all’autore di pubblicare i risultati delle proprie ricerche in riviste o collane monografiche ad accesso aperto, soggette a peer review al pari di quelle commerciali (per conoscere le riviste ad accesso aperto è possibile consultare il registro internazionale DOAJ). La pubblicazione mediante la Gold Road non è alternativa al deposito nell'archivio istituzionale, che assolve a funzioni di rendicontazione e conservazione locali.
Pubblicare in OA
Per pubblicare in Open Access è fondamentale:
- Prestare attenzione alla normativa sulla privacy e al diritto d’autore, gestendo correttamente o dati particolari
- Utilizzare i protocolli internazionali ed i formati standard per la pubblicazione
- Fornire indicazioni sugli strumenti necessari per l’uso ed elaborazione dei dati messi a disposizione
- Creare collegamenti tra risorse attraverso l’uso di cross-linking
- Scegliere licenze open quali per esempio Creative Commons
Tra i siti a supporto di Open Access si ricorda:
- CORE - COnnecting Repositories (provider di contenuti Open Access)
- Science Open (piattaforma di ricerca per contenuti in Open Access)
- DOAJ: Directory of Open Access Journals (presenta una lista aggiornata delle riviste OA)
- DOAB - Directory of Open Access Books (database che indicizza le monografie ad accesso aperto)
- Lens (piattaforma Open Access per l’Innovazione e documenti di brevetto)
- Dimensions (database per le pubblicazioni scientifiche Open Access)
- ROAR (database per gli archivi istituzionali ad accesso aperto e i loro contenuti)
- OpenDOAR: Directory of Open Access Repositories (database che indicizza la creazione, la locazione e la crescita degli archivi istituzionali ad accesso aperto e i loro contenuti)
Politiche di Copyright. Versioni della pubblicazione
- PRE-PRINT (o pre-refeered draft): è la versione inviata ai revisori. Non contiene quindi commenti e correzioni. Può essere molto diversa dalla versione finale.
- POST-PRINT (o Authors' Accepted Manuscript): è la versione definitiva che è andata in stampa, con tutti i commenti e le correzioni integrati nel testo, ma SENZA il layout dell'editore
- PDF EDITORIALE: è la versione finale pubblicata, CON il layout dell’editore
OA e contratti trasformativi
Le pubblicazioni ad accesso aperto non sono a costo zero. Se nel caso della Green Road, i costi di gestione degli archivi aperti vengono supportati dalle istituzioni, nel caso della Gold Road, gli editori commerciali offrono la possibilità di pubblicare contributi scientifici ad accesso aperto all'interno di riviste o pubblicazioni dietro pagamento di un contributo (sostenuto dall’autore o dall'istituzione), APC - Article Processing Charge.
Le riviste sono ibride quando includono sia contenuti in Open Access sia produzioni il cui accesso è possibile attraverso un abbonamento ai contenuti (Open Choice). In questo caso gli editori commerciali offrono la pubblicazione in Open Access a pagamento (APC).
La transizione verso l’Open Access (Open Science e Open Access) è stata accelerata dall’iniziativa PlanS (avviata nel settembre del 2018 da una collaborazione internazionale di istituzioni finanziatrici della ricerca - cOAlition S – e sostenuta da ERC e Commissione Europea), e sono molte e complesse le problematiche da affrontare (revisione dei sistemi di valutazione della ricerca, revisione dei modelli di business dell’editoria scientifica, diritto d’autore ecc.).
In questa fase, i contratti con gli editori commerciali giocano un ruolo cruciale: in diversi paesi istituzioni finanziatrici, biblioteche e consorzi di enti di ricerca hanno iniziato a negoziare i cosiddetti “transformative agreements”, accordi di transizione (temporanei) volti a trasformare gradualmente l’editore da percettore di abbonamenti ad accesso esclusivo a fornitore di servizi ad accesso aperto: anziché pagare agli editori i costi degli abbonamenti, si pagano i costi per la pubblicazione open access degli articoli, negoziando in cambio l’accesso aperto per le comunità scientifiche al portfolio dell’editore.
Il contratto trasformativo rappresenta un passo importante per la diffusione dell’Open Access per le pubblicazioni scientifiche. Il concetto di transitorietà sotteso nel termine, definisce l’obiettivo di questo contratto, ovvero la volontà di trasformare tutte le attuali pubblicazioni in contributi di ricerca ad accesso aperto. Tramite questo modello contrattuale è stato infatti possibile trasferire i costi, dall’accesso ai contenuti di un abbonamento, alle APC.
Le APC si distinguono in:
- APC per editori nativamente Open Access (es. PLoS, BioMedCentral…) che non hanno altra fonte di introiti.
- APC per editori tradizionali che offrono “Open Choice” o simile. In questo caso, la rivista resta in abbonamento, ma il singolo articolo diviene Open Access dietro pagamento. Questo genera il fenomeno del “double dipping”
- APC per riviste totalmente Open Access di editori commerciali
Il corresponding author è il nuovo soggetto di questo contratto. Gestisce il processo di presentazione, revisione e pubblicazione del contributo scientifico, agendo in rappresentanza di tutti i soggetti e coautori del procedimento.
I modelli contrattuali per le pubblicazioni in formato elettronico sono di vario tipo:
- pay for read: l’accesso ai contenuti è ristretto ai soli sottoscrittori dell’abbonamento
- pay for publish: l’accesso ai contenuti è aperto a tutti, è l’autore (o il suo ente) che sostiene i costi di pubblicazione
- pay for publish and read (transformative agreements): accordi di transizione (temporanei) volti a trasformare l’editore da percettore di abbonamenti ad accesso esclusivo a fornitore di servizi ad accesso aperto: anziché pagare agli editori i costi degli abbonamenti, si pagano i costi per la pubblicazione open access degli articoli, negoziando in cambio l’accesso aperto per le comunità scientifiche al portfolio dell’editore.
OA e sostenibilità
Uno degli obiettivi dell’Open Access, fin dalla sua nascita, è quello di rendere il mercato editoriale sostenibile. Molte istituzioni in Europa e negli Stati Uniti hanno aperto trattative affinchè questo avvenga concretamente nei contratti con gli editori. I contratti trasformativi, la pubblicazione su riviste OA e il deposito negli archivi (Green OA) sono ad oggi le linee guida di implementazione proposte per raggiungere questo fine. Gli archivi istituzionali sono un mezzo efficace per rinnovare la comunicazione scientifica, introducendo nuovi modelli di diffusione e fornendo accesso a una vasta gamma di contenuti accademici. A questo proposito, interessante risulta essere il lavoro svolto da COAR (Confederation of Open Access Repository) e cOAlition S, affinchè i repository istituzionali possano conformarsi a Plan S. Questa iniziativa trova l’approvazione di molte comunità accademiche, società scientifiche, associazioni di giovani scienziati e molti editori commerciali.
OA e Creative Commons
La pubblicazione in Open Access non è cessione di tutti i diritti d’autore in via esclusiva. I diritti di natura patrimoniale possono essere trasferiti in modo non esclusivo, a tempo determinato e singolarmente.
Le Creative Commons sono licenze creative che permettono di rendere un’opera disponibile a tutti, garantendo accesso, condivisione, uso, adattamento e modifiche nel rispetto del diritto d’autore e possono essere applicate dagli autori che decidono di pubblicare in Open Access. Le Creative Commons, a metà tra il regime di copyright e quello di pubblico dominio, offrono all’autore la possibilità di decidere autonomamente in merito ad alcune questioni quali: paternità dell’opera, pubblicazione, copia e diffusione dell’opera, modifiche dell’opera, utilizzo dell’opera a fini economici e utilizzo dell’opera a creazione di altre opere. Esistono sei tipi di licenze (escludendo la licenza CC Zero con la quale l'autore rinuncia consapevolmente a tutti diritti sulla sua opera che diviene automaticamente di dominio pubblico). Di seguito un elenco delle tipologie di licenze esistenti:
- CC BY: è consentita la copia, la distribuzione, modifiche e copie derivate purché sia sempre indicato l'autore dell'opera e l'opera.
- CC BY-NC – Non commercial: è consentita la copia, la distribuzione, modifiche e copie derivate purché si perseguano scopi non commerciali.
- CC BY-SA - Share alike: è consentita la distribuzione dei lavori derivati dall'opera solo con una licenza identica o compatibile con quella concessa con l'opera originale.
- CC BY-ND - No derivative works: è consentita la ridistribuzione, commerciale e non, dell'opera fintanto che viene trasmessa intera ed invariata, dando credito all'autore.
- CC BY-NC-SA - NonCommercial/Share Alike: è consentito a terzi di modificare, redistribuire, ottimizzare ed utilizzare un'opera come base non commerciale, purché sia riconosciuto il credito e applicata una licenza uguale alle nuove creazioni.
- CC BY-NC-ND – NonCommercial/No Derivative Works: è la più restrittiva delle licenze, consente solo di scaricare le opere e condividerle con altri purchè sia dato riconosciuto il credito all'autore; le opere non possono essere cambiate in nessun modo né utilizzate commercialmente.
Dove OA
OA e Unione Europea
Il movimento è supportato a livello internazionale dalla Comunità Europea, la quale ha messo in atto una specifica policy per incentivare e regolamentare l’accesso libero alle risorse. La commissione Europea ha in particolare stabilito l’obbligo di pubblicazione in Open Access dei risultati della ricerca scientifica finanziata con fondi pubblici.
L’art. 4, comma 2, lettera b) del Decreto Legge 8 agosto 2013, n. 91, modificato dalla Legge 7 ottobre 2013, n. 112, dispone che i soggetti pubblici preposti all'erogazione o alla gestione dei finanziamenti della ricerca scientifica adottino, nella loro autonomia, le misure necessarie per la promozione dell'accesso aperto ai risultati della ricerca finanziata per una quota pari o superiore al 50 per cento con fondi pubblici, quando documentati in articoli pubblicati su periodici a carattere scientifico che abbiano almeno due uscite annue.
La Raccomandazione della Commissione UE del 17 luglio 2012 sull’accesso all’informazione scientifica e sulla sua conservazione (2012/417/UE) in GUCE L. 194/39 del 21 luglio 2012 chiede, per quanto riguarda le istituzioni accademiche degli stati membri, di definire e attuare politiche per la diffusione delle pubblicazioni scientifiche e l’accesso aperto.
Al seguente link è possibile consultare i principali progetti realizzati dall’Unione Europea a favore dell’Open Access e dell’Open Science.
OA e ITALIA: CRUI
La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane – CRUI sostiene l’Open Access, sviluppando progetti ed iniziative tese alla sua diffusione.
In particolare la Commissione Biblioteche, istituita nel 1999 con il compito di porsi come sede istituzionale di confronto e sviluppo del sistema delle biblioteche universitarie, per favorirne la crescita e rappresentarne le esigenze si occupa delle tematiche dell’Open Access e di quelle relative alle risorse a supporto dell’attività didattica e di ricerca del sistema accademico italiano allo scopo di favorire il raggiungimento di economie nell’acquisto e nella gestione delle risorse elettroniche.
OA e ITALIA: Commissione Biblioteche - Gruppo Open Access e Gruppo CARE
La Commissione Biblioteche ha due gruppi di lavoro che si occupano specificamente di queste tematiche:
- Il Gruppo OPEN ACCESS che ha redatto alcune linee guida su queste tematiche come le Linee guida sulla gestione dei diritti per l’accesso aperto (file in formato PDF), le Linee guida per gli archivi istituzionali, le Linee Guida per la redazione di policy e regolamenti universitari in materia di accesso aperto alle pubblicazioni e ai dati della ricerca, le Linee guida per riviste ad Accesso aperto e le Linee guida per il deposito delle tesi di dottorato (file in formato PDF)
- Il Gruppo CARE (Gruppo di Coordinamento per l’Accesso alle Risorse Elettroniche), che organizza e cura, su mandato delle università, le negoziazioni con gli editori e/o produttori di “risorse elettroniche” ha in corso diverse trattative, di cui alcune già concluse, con gli editori per la stipula di accordi di transizione (Trasformative Agreements) volti a trasformare l’editore da percettore di abbonamenti ad accesso esclusivo a fornitore di servizi ad accesso aperto: anziché pagare agli editori i costi degli abbonamenti, si pagano i costi per la pubblicazione open access degli articoli, negoziando in cambio l’accesso aperto per le comunità scientifiche al portfolio dell’editore.
Per i contratti tradizionali in abbonamento, ispirandosi alle pratiche di Plan S, fra le richieste contrattuali viene previsto il deposito della AAM (Draft o Author's Accepted Manuscript) nell’archivio istituzionale.
Al seguente link è possibile consultare i principali progetti realizzati in Italia a favore dell’Open Access e dell’Open Science.