"ll mostro me lo faccio da me". Sogni, incubi e deliri: gli alieni nella letteratura
Gianmarco Gaspari (Università degli Studi dell'Insubria)
"ll mostro me lo faccio da me". Sogni, incubi e deliri: gli alieni nella letteratura
Le creature più spaventose e i mostri davvero sensazionali, quelli che hanno fatto epoca, sono stati costruiti con assoluta economia di materiali: basta un foglio e una penna. E magari fidarsi delle intuizioni che si presentano quando allentiamo il controllo della realtà, e avvertiamo che queste presenze inquietanti popolano il nostro sonno. Almeno da quando l'uomo ha scoperto che il sogno - come il delirio o l'incubo, sue minime ma significative varianti - merita interesse, perché dà vita a simboli, amplifica le nostre percezioni, edifica mondi inimmaginabili. La letteratura si è occupata degli incubi ben prima della psicanalisi: Füssli cenava con carne cruda, per esser sicuro che la notte gli suggerisse come meglio dar forma agli incubi di Shakespeare; Mary Shelley ebbe in sogno la visione di Frankenstein, Stevenson sognò il Dottor Jekill, e John Polidori il Vampiro. Il delirio è il sonno della ragione, e non ci stupisce che generi mostri.
Incontro nell’ambito della Mostra “Alieni. La conquista dell’Italia da parte di piante e animali introdotti dall’uomo”