Scienze della mediazione interlinguistica e interculturale: presentazione del corso

Buongiorno a tutti, io mi chiamo Andrea Sansò, sono il coordinatore del corso di laurea in Scienze della mediazione interlinguistica e interculturale all'Università dell'Insubria. In questo breve video vorrei rispondere a tre domande: la prima è "Che cosa si studia nel nostro corso di laurea?", la seconda è "Perché studiare le lingue in un corso di laurea in Scienze della mediazione?" e la terza è "Perché studiare Scienze della mediazione all'Università dell'Insubria?". La risposta alla prima domanda è molto semplice: si studiano due lingue, noi ne offriamo cinque (Inglese, Tedesco, Spagnolo, Cinese e Russo), ma si studiano anche tutte quelle discipline che contribuiscono una formazione complessiva dello studente, quindi anche le culture delle lingue che si studiano, dei paesi in cui queste lingue sono parlate, la storia, la linguistica, la glottodidattica, il diritto, l'economia. Perché è utile e importante, soprattutto in questo momento storico, studiare le lingue in un corso di Scienze della mediazione? La risposta anche in questo caso è piuttosto semplice: rispetto ai corsi tradizionali in lingue e letterature moderne, un corso di scienze della mediazione ha un focus sulla lingua nei contesti pratici dell'uso. Quindi, non si studiano le lingue per diventare dei traduttori letterari, si studiano le lingue per affrontare i problemi della quotidianità, che possono essere, per esempio, gli aspetti legati all'integrazione di altre culture, alla comunicazione, in un contesto internazionale, anche d'azienda. La risoluzione proprio anche di problemi della quotidianità, per esempio la traduzione di documenti tecnico-scientifici, e a nessuno sfugge quanto è importante, in un momento storico peraltro difficile come quello che stiamo affrontando, comunicare in maniera chiara, in maniera efficace, in una lingua straniera. Perché studiare Scienze della mediazione all'Università dell'Insubria? Anche qui, la risposta è molto semplice: ovviamente, non si vuole fare pubblicità comparativa, però da sempre il nostro posto di lavoro è un corso di laurea relativamente piccolo nei numeri, abbiamo il numero programmato, e quindi questo significa che anche problemi legati, in questa situazione, alla gestione degli spazi, alla gestione della logistica, sono sicuramente più affrontabili rispetto ad altri grandi Atenei sul territorio. Infine, al di là ovviamente della contingenza, sappiamo bene che un corso di laurea con un numero programmato, lo sappiamo per l'esperienza accumulata in questi anni, ci consente di avere un rapporto con gli studenti più immediato, più diretto, che non non tratta lo studente come un numero, che è quello che accade ovviamente nei corsi di laurea con dei numeri più grandi dei nostri. Quindi, lo studente nel nostro corso di laurea viene seguito, ha la possibilità di interagire direttamente con i docenti, con le strutture amministrative, in maniera molto più immediata e diretta rispetto a quanto avviene nei grandi atenei.