09 - Islam e le donne: sopra il vestito il velo 1

Tra i costumi più carichi di simbologia c’è indubbiamente il velo, un capo di abbigliamento colmo di significati che può nascondere dietro di sé tante storie, diverse a seconda del contesto in cui si collocano, perché una cosa è decidere di indossare il velo in un paese occidentale, altra cosa decidere di farlo (o di doverlo fare) in un paese a maggioranza musulmana, altra ancora in un paese islamico. C’è comunque un dato indiscutibile che caratterizza il nuovo Millennio: un’impennata nell’uso del velo. Una definizione forte giustificata dal fatto che questo ritorno all’uso si è registrato nei contesti urbani (ritenuti più moderni ed evoluti), tra le fasce giovani della popolazione femminile, egiziana, tunisina, marocchina, indonesiana, cioè di quei Paesi considerati ormai traghettati verso la “modernità”, ma anche tra le giovani francesi, inglesi, americane, cioè migrate in Occidente o ancor più figlie di migranti. Diverse le letture che sono state date a questo fenomeno: per posizioni più tradizionali, che guardano all’aspetto politico dell’Islam, si tratta di una precisa strategia dei movimenti islamisti che, attraverso una politica del corpo femminile, vogliono riaffermare il vero e unico volto dell’Islam che mira a influenzare anche la fisionomia dei Paesi che, tramite i flussi migratori, accolgono i musulmani. Secondo altre letture, volte a misurare il mondo islamici da prospettive di “genere” progressiste, si tratta di una riaffermazione che non dipende tanto da imposizioni esterne – non negate ma ridimensionate – quanto piuttosto da libere scelte personali, in evoluzione.