La storia è nota: la sera di lunedì 25 maggio 2020, George Perry Floyd viene fermato della polizia, bloccato a terra da due agenti e tenuto con il collo premuto sull’asfalto finché non smette di respirare. L’immagine fa il giro del mondo e diventa uno dei simboli della protesta del movimento Black Lives Matter e, in generale, di un’opinione pubblica decisa a denunciare ogni forma di discriminazione razziale. La vicenda di Floyd, che è già diventata Storia, consente di riflettere in modo approfondito su questioni molto più ampie: la prima è sicuramente quella del cosiddetto razzismo sistemico, ossia di tutte quelle forme di organizzazione del tessuto sociale, culturale ed economico che, negli Stati Uniti, pongono alcune comunità nella condizione di non poter fruire delle disponibilità offerte alla popolazione bianca. E in secondo luogo delle forme di rappresentazione mediale, fiction e cinema in particolar modo, che mettono a tema la questione razziale, dalla Guerra di Secessione fino ad oggi.