Otto marzo: Francesca Rovera spiega alle giovani donne i gesti per prevenire il tumore al seno
Non solo ricerca e sperimentazione nell’ambito della chirurgia oncologica, ma anche importanti campagne di prevenzione. Sempre dalla parte delle donne. Queste sono le attività del Centro di ricerche in Senologia dell’Università dell’Insubria, diretto dalla professoressa Francesca Rovera, che è anche responsabile della Breast Unit Asst dei Sette Laghi di Varese, ai primi posti in Lombardia per casi trattati e completezza dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA).
Tra le associazioni di volontariato che con costanza e passione sostengono il Centro di ricerca universitario c’è Caos, Centro ascolto operate al seno presieduto da Adele Patrini, che ha di recente donato nuovi fondi per la ricerca e l'alta formazione.
In occasione dell’Otto Marzo, si ripropone – anche le studentesse e tutte le giovani donne – un video girato qualche mese fa per il convegno del Segretariato italiano studenti di medicina, Francesca Rovera promuove l’importanza dell’autopalpazione per la prevenzione del tumore al seno, ricordando e spiegando i gesti che ogni donna può e deve dedicare a se stessa una volta al mese.
→ LINK VIDEO: https://youtu.be/ZpEHo6C4Y84
Testo del video:
Il percorso di diagnosi precoce del tumore della mammella parte con la consapevolezza della possibilità che ognuna di noi possa sviluppare nel corso della propria vita una neoplasia mammaria. Questo vuol dire che è estremamente necessario eseguire visite senologiche ed esami strumentali, quali l’ecografia e la mammografia, che devono essere codificati nel tempo in relazione all’età della paziente.
Oltre alla visita e agli esami, è importante che la paziente esegua una volta al mese l’autopalpazione.
L’autopalpazione dovrebbe essere eseguita 3 o 4 giorni dopo che è finito il ciclo mestruale per le donne in età fertile e in una data fissa, ogni mese, per le donne in post menopausa.
L’autopalpazione prevede due fasi.
La prima fase è ispettiva: guardandosi allo specchio, prima con le braccia lungo il corpo poi portando le braccia in alto dietro la nuca, si va a osservare bene la simmetria delle mammelle, le eventuali differenze di dimensioni e forma, di estroflessione o retrazione cutanea.
La seconda fase è palpatoria: con i polpastrelli, che sono la parte più sensibile delle mani, si deve eseguire una palpazione di entrambe le mammelle analizzando tutti i quadranti, con la mano destra la mammella sinistra e viceversa.
Quello che si chiede alla paziente non è di fare diagnosi ma di conoscersi e, valutandosi una volta al mese, notare eventuali alterazioni che vanno subito segnalate al medico curante o al senologo.
In questo modo si può anticipare anche di molti mesi la diagnosi di una neoplasia mammaria.
Il mio consiglio alle donne è di dedicare a sé stesse cinque minuti al mese, eseguendo bene l’autopalpazione mammaria.
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Il tumore alla mammella
Il tumore alla mammella – spiega Francesca Rovera – è un problema epidemiologico perché l’incidenza, quindi il numero dei nuovi casi che vengono diagnosticati, è sempre maggiore. Abbiamo chiuso il 2021 (non abbiamo ancora dati aggiornati del 2022) con oltre 55mila nuovi casi a livello italiano; Varese e provincia non fanno eccezione perché vengono diagnosticati ogni anno 850/900 nuovi casi di tumore alla mammella. In Italia ci sono attualmente oltre 830mila donne che hanno combattuto o stanno combattendo questa malattia: quindi si tratta di un problema epidemiologico perché una grossa fetta della popolazione purtroppo ha sperimentato questa diagnosi traumatica nel corso della sua vita.
Non abbiamo molte armi in termine di prevenzione primaria, perché non conosciamo con precisione i fattori realmente causali di questa malattia, però abbiamo le strategie e le armi per una prevenzione secondaria quindi quella di fare una diagnosi precoce. E sicuramente il primo gradino di una diagnosi precoce è tenere presente che tutte noi potremmo incontrare, purtroppo, nell’ambito della nostra vita questa malattia; quindi, dobbiamo volerci bene e fare della prevenzione. Prevenzione che inizia con il conoscere il nostro corpo che vuol dire fare l’autopalpazione secondo dei criteri precisi.
Fare l’autopalpazione non vuol dire fare diagnosi, perché non siamo tutti senologi, ma possiamo e dobbiamo conoscere il nostro corpo. Fare l’autopalpazione vuol dire fare almeno una volta al mese, tre o quattro giorni dopo che è terminato il ciclo mestruale nelle donne in età fertile e un giorno fisso per le donne in menopausa, in modo tale da avere sempre una data di riferimento; visitarsi ossia valutare ispettivamente le proprie mammelle e fare una palpazione.
Alle donne non si chiede di fare diagnosi, si chiede solo di notare se ci fosse qualche cambiamento che non ricordava rispetto al mese precedente; questo potrebbe anticipare anche di molto la diagnosi delle malattie neoplastiche perché di fronte ad un cambiamento notato dalla paziente che non necessariamente è un tumore, ma è un cambiamento; la donna si rivolge al proprio medico di medicina generale piuttosto che al senologo il quale valuterà poi la reale presenza di questo nodulo sospetto e quindi avvierà, se necessario, gli ulteriori approfondimenti.
Altro tassello fondamentale oltre a quello di conoscersi è di aderire ai programmi di screening che noi abbiamo la fortuna di avere sul territorio nazionale, anche a Varese c’è lo screening “Per te donna”, che lavora molto bene e cerca di, anche in questo caso, arrivare a diagnosticare precocemente il maggior numero di tumori alla mammella.
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Il Centro di ricerche in Senologia
Il Centro di ricerche in Senologia all’Università dell’Insubria, di cui Francesca Rovera è direttrice dal novembre 2007, ha lo scopo di promuovere l’approfondimento scientifico e allo stesso tempo di favorire Audit interni alla Breast Unit, così da valutare lo standard di cura offerto alle pazienti affette da neoplasia mammaria confrontando i dati con quelli presenti nella letteratura nazionale e internazionale.
Il Centro persegue le seguenti finalità: ricerca e sperimentazione nell’ambito della chirurgia senologica con particolare riguardo agli aspetti oncologici e nuove tecnologie applicate, formulare protocolli clinico-terapeutici, attivare e partecipare a studi clinico-sperimentali, favorire la collaborazione con Centri di riferimento Nazionali ed Internazionali, istituire programmi di training in senologia.