Nuova scoperta dei ricercatori Dista sull'impatto dello scoiattolo grigio

20 Aprile 2020
scoiattolo

Un parassita introdotto involontariamente dall'uomo con lo scoiattolo grigio nordamericano avrebbe compiuto un salto di specie (spillover) determinando un impatto finora sconosciuto nella competizione con lo scoiattolo rosso europeo.
Nessun problema diretto per la salute umana, ma una grande responsabilità che abbiamo in carico come specie che ci fa riflettere sugli errori commessi sino ad ora nella gestione dell'ambiente e della natura.
La scoperta dei ricercatori del Dista è pubblicata sul Journal of Animal Ecology. Riportiamo di seguito il comunicato stampa:

 

Comunicato stampa

Varese, 17 aprile 2020

Il rosso e il grigio: due scoiattoli, un parassita e un problema in più di conservazione

Una nuovo articolo pubblicato dai ricercatori del Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate dell’Università degli Studi dell’Insubria, sulla prestigiosa rivista Journal of Animal Ecology, rivela un impatto, sino ad ora sconosciuto, dello scoiattolo grigio sullo scoiattolo rosso europeo. Una forma di competizione tra le due specie, mediata dai parassiti, che giocano un ruolo importante in questo dualismo.

La ricerca, in collaborazione con l'Università degli Studi di Milano e l'Università di Anversa (Belgio), ha permesso ha permesso, nelle aree di compresenza di scoiattoli grigi (introdotti artificialmente dall’uomo in Italia dal 1948) e di scoiattoli rossi europei (presenti naturalmente in Europa e in Italia), di studiare l'impatto di Strongyloides robustus, un nematode, verme intestinale parassita, trasmesso dagli scoiattoli grigi, sul comportamento degli scoiattoli rossi.

Il confronto tra popolazioni di scoiattolo rosso in presenza di scoiattolo grigio, e di popolazioni di solo scoiattolo rosso, ha dimostrato che l'infezione da parte del parassita introdotto insieme allo scoiattolo grigio, provoca una significativa riduzione dell'attività degli scoiattoli autoctoni, alterando inoltre le loro interazioni con i parassiti nativi.

Normalmente negli scoiattoli rossi è presente una sola specie di elminta gastrointestinale (Trypanoxyuris sciuri) che si è coevoluta insieme a questo mammifero arboricolo, raggiungendo un equilibro che ne garantisce la coesistenza. Pertanto il cosiddetto “salto di specie” (spillover) del parassita, ossia il passaggio di un parassita tipico dello scoiattolo grigio, Strongyloides robustus di origine americana, allo scoiattolo rosso, crea una situazione di nuova coesistenza, che spesso è causa di perturbazioni.

Queste alterazioni, derivanti dal salto di specie del parassita, inducono una marcata riduzione delle attività degli scoiattoli rossi. Questo risultato evidenzia come  la competizione tra specie mediata dai parassiti risulta un costo “energetico” notevole, determinando l’alterazione delle “normali” interazioni tra l’ospite e il parassita nativi. Questa nuova ricerca completa la scoperta, risalente a due anni fa, che gli scoiattoli grigi causano un aumento dello stress fisiologico negli scoiattoli rossi.

«Che il nostro scoiattolo rosso sia minacciato di estinzione a causa dell'introduzione di una specie aliena, lo scoiattolo grigio nordamericano, è ormai una conoscenza consolidata», affermano Francesca Santicchia e Lucas Wauters del Guido Tosi Research Group  dell’Università dell’Insubria. «Ma che uno dei meccanismi fosse la riduzione dell’attività e quindi dell’efficienza di foraggiamento, causata da un parassita alloctono che ha compiuto un salto di specie, è una nuova scoperta che ci permette di comprendere meglio i meccanismi di impatto delle specie introdotte dall’uomo».

«Questo spillover...» sottolineano Claudia Romeo e Nicola Ferrari dell'Università degli Studi di Milano, «...è molto simile a quello che si verifica con il Poxvirus nel Regno Unito e in Irlanda, sebbene in questo caso l’effetto dell’endoparassita dello scoiattolo sia molto meno evidente, non comportando la morte dell'animale, come avviene invece con il virus».

«Per gli scoiattoli rossi, la situazione “naturale” è quella di essere l’unico mammifero arboricolo diurno presente nelle nostre foreste e nei nostri boschi», spiegano Lucas Wauters e Adriano Martinoli, dell’Università dell’Insubria. «Ma quando una specie aliena, come lo scoiattolo grigio, occupa questi habitat, agisce come un vero e proprio fattore ambientale di stress, incidendo sulla sopravvivenza dello scoiattolo nativo e alterando, di conseguenza, anche le funzioni degli ecosistemi forestali».

Alla già nota competizione alimentare tra scoiattolo grigio e scoiattolo rosso si aggiunge quindi anche questa criticità aggiuntiva, ossia una competizione mediata da parassiti introdotti che, determinando una riduzione di attività, potrebbe comportare una minore assunzione di cibo. Sommando questi aspetti con l’aumento di stress fisiologico (misurabile  attraverso le concentrazioni di ormoni steroidei chiamati glucocorticoidi),  può essere indotta una riduzione della crescita corporea o del successo riproduttivo, o addirittura una diminuzione della sopravvivenza degli scoiattoli rossi costretti a condividere i loro habitat con gli scoiattoli grigi “invasori”.

Se non si provvederà per tempo a risolvere questa preoccupante situazione di presenza dello scoiattolo grigio, rischieremo di assistere, nel giro di pochi anni, all’estinzione delle popolazioni autoctone di scoiattolo rosso. Una responsabilità difficile da giustificare...

 

 

Ultima modifica: Martedì, 11 Luglio, 2023 - 18:14