Long Covid e riabilitazione: Spanevello tra gli autori delle nuove linee guida europee della Ers
Il long Covid è un problema di salute pubblica globale sostanziale con gravi conseguenze per le persone colpite e bisogna agire per prepararci a un grande aumento dei bisogni di riabilitazione in questi pazienti. È quanto emerge da un documento messo a punto da una task force della European Respiratory Society (Ers), pubblicato su European Respiratory Journal, che sottolinea come la riabilitazione debba essere multidisciplinare, affrontando anche problemi di tipo piscologico e con l’ausilio della telemedicina.
«La disabilità che permane in molti persone dopo la fase acuta del Covid-19 non riguarda solo i polmoni, ma anche il cuore, il sistema neuromuscolare. Molto spesso include anche depressione e stati di ansia, la cui frequenza vediamo essere altissima in questi pazienti, ben oltre il 10%», spiega Antonio Spanevello, primario dell'Irccs Maugeri di Tradate, Varese, ordinario di Malattie respiratorie all’Università dell’Insubria e tra gli esperti membri della task force dell'Ers.
Lo statement, che mira identificare le linee guida per il trattamento del Long Covid, ha risposto a 8 domande cliniche: da quali sono le caratteristiche predisponenti a qual è l’approccio per gestire le disabilità. «Età avanzata, la presenza di più comorbidità e gravità con cui si presenta l’infezione da Sars-Cov-2 sono fattori predittivi del Long Covid. Ma difficoltà respiratorie, debolezza e abbassamento di qualità di vita possono riguardare anche pazienti che hanno avuto un’infezione non severa». La letteratura scientifica è in divenire e molte restano le incognite. Ma quello che l’Ers ha sottolineato è «l’importanza di una riabilitazione che coinvolga pneumologo, radiologo, infettivologo, neurologo, fisioterapista e anche lo psicologo». La telemedicina e/o la tele riabilitazione sembrano inoltre essere strumenti utili e validi nel seguire questi pazienti anche nel post Covid-19.
(Nella fotografia: Antonio Spanevello)