La storia di Manuel Barriuso nel film cubano in corsa per l’Oscar

La singolare storia del docente di lingua spagnola Manuel Barriuso è stata raccontata nel film «Un traductor», di cui sono registi proprio i suoi figli Rodrigo e Sebastian Barriuso.
Alla fine degli anni Ottanta Cuba ospitò più di 25.000 abitanti di Chernobyl per curarsi dopo essere stati colpiti dalle radiazioni della centrale nucleare.
Barriuso all’epoca era docente di letteratura russa all’Università di L’Avana e da un giorno all’altro dovette interrompere l’insegnamento per fare da interprete tra i bambini ucraini e il personale sanitario cubano.
Il primo impatto in questo nuovo ruolo fu terribile: fu suo il compito di spiegare a una donna che per suo figlio non c’era più nulla da fare. Senza dubbio un’esperienza che ha segnato Manuel Barriuso, ma anche i figli, diventati registi, che hanno deciso di raccontare questa storia dopo molti anni.
Una storia di rapporti umani che si intrecciano nella storia contemporanea e che in gioventù portò il docente cubano a studiare letteratura russa nell’ex Urss.
La stessa storia che lo portò poi a Como nel 2001, quando ormai le condizioni nel Paese natale diventarono difficili.
Ora Manuel Barriuso insegna lingua spagnola e cultura dei Paesi di lingua spagnola nel corso di Mediazione interlinguistica e interculturale.
Il film che lo ritrae è stato scelto da Cuba per concorrere agli Oscar come miglior film straniero ed è stato candidato al Fénix Film Award per la categoria miglior attore e per il Netflix Award for Best First Work.