"Il piccolo saltimbanco": un disegno di Giovanni Testori donato all'Insubria dall'ingegner Carlo Mazza
![Foto Testori](https://archivio.uninsubria.it/sites/default/files/styles/paragrafo/public/File_Eventi/Contenuti_Culturali/Foto%20Testori.jpg?itok=-qsViA1v)
Un disegno di Giovanni Testori è stato donato all’Università dell’Insubria: è «Il piccolo saltimbanco», opera del 1941 che apparteneva all’ingegner Carlo Mazza ed entra così a far parte della collezione di arte contemporanea del Rettorato curata dal Crisac, il Centro di ricerca sulla Storia dell'arte contemporanea. La cerimonia si è tenuta nel pomeriggio del 29 marzo, in occasione di un convegno dedicato al poliedrico intellettuale lombardo (Novate Milanese, 1923 – Milano, 1993) nel centenario della nascita. Il donatore Carlo Mazza è stato accolto dal rettore Angelo Tagliabue, dal direttore generale Marco Cavallotti e dall’assessore alla Cultura del Comune di Varese Enzo Laforgia, con interventi dei professori Andrea Spiriti, Gianmarco Gaspari, Laura Facchin e Massimiliano Ferrario.
Il disegno (sanguigna su carta povera) è stato realizzato da Testori a soli 17 anni e donato al padre di Mazza. Al 1941, infatti, data di esecuzione della prova grafica, si ascrivono gli esordi di Testori sia nel campo della critica d’arte, sia in quelli letterario e artistico stricto sensu. Formatosi nel solco dell’impegno del sodalizio milanese, antifascista, di «Corrente», fondato nel 1938 da Ernesto Treccani, Testori realizzò, proprio nei primi anni Quaranta, numerosi disegni creati ad hoc come testate di rubrica o per illustrare e intercalare articoli pubblicati sulle principali riviste dei Guf (Gruppi Universitari Fascisti), che radunavano anche nomi di spicco della nomenclatura resistente e repubblicana.
«Il piccolo saltimbanco – spiega Massimiliano Ferrario –, fu edito in una versione più rifinita e dettagliata, di cui l’opera donata è una variante preparatoria, nel 1942, inizialmente a corredo del volume Poesie dell’amico poeta Luigi Capelli e, poi, ripubblicato sulle pagine della rivista mensile di cinema e teatro Spettacolo: Via Consolare, del GUF di Forlì. Caratterizzato da una marcata vena espressionista, vicina a quella di Gino Bonichi detto Scipione, protagonista della Scuola di Via Cavour, che Testori apprezzò particolarmente, svela il precoce sguardo dell’artista, che di lì a qualche anno avrebbe abbracciato compiutamente, nel solco dell’affermazione del primato del Realismo, la rivisitazione del cubismo picassiano, a soggetti dei periodi Blu (1901-1904) e Rosa (1904-1906) del maestro di Malaga, che non mancò di affrontare le tematiche della commedia dell’arte e del circo, calandole in atmosfere sospese, stranianti o riflessive, con una forte enfasi mimica e posturale».
Nella foto, da sinistra: Andrea Spiriti, Massimiliano Ferrario, Laura Facchin, Gianmarco Gaspari, Elisabetta Moneta Mazza e, in primo piano con l’opera, il donatore Carlo Mazza