Casa della Nutrice: presentato all'Insubria il nuovo centro per le vittime di violenza di genere

1 Dicembre 2021
Procuratrice Borgonovo

Un centro per l’assistenza e la protezione delle vittime di violenza di genere e domestica che ha sede accanto all’ingresso dell’Ospedale del Ponte di Varese, nelle mura della Casa della Nutrice (che ospitava le mamme che avevano necessità di restare accanto ai loro figli ricoverati), di cui conserverà il nome evoca accoglienza e aiuto. Il centro è stato presentato in un incontro questa mattina, 1° dicembre, nell’aula magna dell’Università dell’Insubria.

Il progetto è nato dalla collaborazione tra la Procura della Repubblica di Varese e l’Asst dei Sette Laghi con il coinvolgimento del Comune di Varese, della Questura, del Comando provinciale dei Carabinieri, dell’Università dell’Insubria e dell’Ordine degli Avvocati di Varese, con l’adesione della Fondazione Felicita Morandi e dei Centri Antiviolenza del circondario di Varese riconosciuti da Regione Lombardia.

Alla Casa della Nutrice potranno accedere tutte le persone vittime di violenza di genere o in ambito familiare: donne, bambini o ragazzi vittime di violenza e bullismo, anziani maltrattati in famiglia o genitori maltrattati dai figli. Il centro in questa prima fase sarà aperto dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 13.30, con la presenza fissa di due figure per la prima accoglienza: un ufficiale di polizia giudiziaria e un assistente sociale, per assicurare ascolto e mediazione culturale, sostegno psicologico e assistenza medica, consulenza legale, assistenza durante le indagini, eventuale sistemazione in case protette.

Ne hanno parlato questa mattina: Daniela Borgonovo, procuratrice della Repubblica di Varese; Lorenzo Maffioli, direttore sanitario Asst Sette Laghi; Giulio Carcano, presidente Scuola di Medicina Università dell’Insubria; Dario Caputo, prefetto di Varese; Davide Galimberti, sindaco di Varese; Michele Morelli, questore di Varese; Gianluca Piasentin, Comandante provinciale Carabinieri Varese; Elisabetta Brusa, presidente Ordine Avvocati Varese; Massimo Gaudina, Capo rappresentanza a Milano della Commissione europea; Francesca Brianza, vicepresidente Consiglio regionale Lombardia; Emanuele Monti, presidente Commissione sanità Regione Lombardia.

 

  • Questo l’intervento del professor Giulio Carcano, che ha portato i saluti del rettore Angelo Tagliabue:

Nella società cittadina medievale, il ruolo delle donne è sempre in relazione all’uomo e ai figli, identificato con lo status di figlie, mogli, madri, vedove.  Sottomesse, analfabete, offese, vittime di abusi, costrette ad accettare matrimoni combinati: una specie inferiore… Sempre senza voce e dotate di un’unica possibilità di avere una vita più dignitosa: entrare in monastero, dove avrebbero imparato a leggere per meglio pregare. Nel Medio Evo solo donne dotate di una personalità eccezionale e di un grande coraggio sono state capaci di rompere le catene di un destino drammatico, sfidando la misoginia del tempo.

Parecchi secoli dopo, le violenze sessuali sono ancora all’ordine del giorno e ogni settantadue ore avviene un femminicidio. La storia non ci ha insegnato nulla? Purtroppo, c’è ancora un filo rosso che ci lega al Medio Evo. Sono stati fatti tanti passi avanti, le donne oggi ottengono più rispetto di un tempo. Tuttavia la parità è ancora lontana. Qual è allora la strada giusta per vincere la battaglia per l’uguaglianza di genere e il rispetto?

La strada giusta è da sempre quella culturale, che porta con sé la consapevolezza. Se si abbassa il grado di attenzione, se manca la conoscenza, non si arriva da nessuna parte. Dobbiamo leggere, parlare con persone colte, conoscere il passato per riflettere e darci degli obiettivi.

L’Università dell’Insubria è onorata di accogliere la presentazione ufficiale del protocollo della Casa della Nutrice, che porta la firma della Procura e di ASST Settelaghi, e di sottoscriverne la accorata adesione. L’impegno dell’ateneo è di svolgere attività di promozione e di sensibilizzazione sul territorio, in linea con il ruolo istituzionale io e il cuore stesso dell’Università: la cultura e la formazione.

Charlotte Witton, sindaca di Ottawa all’inizio del secolo scorso, diceva: “Qualsiasi cosa facciano le donne, devono farlo due volte meglio degli uomini per essere apprezzate la metà. Per fortuna non è una cosa difficile”. Le donne che hanno creato la Casa della Nutrice hanno fatto più di due volte meglio, come sempre, accanto agli uomini e alle istituzioni.

“Cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova”: dice Isaia. Così, nella dimensione del quotidiano, le donne e gli uomini insieme hanno costruito la possibilità dell’accoglienza.

 

↪️ Consula il protocollo operativo della Casa della Nutrice – .pdf

(Nella fotografia, la procuratrice Daniela Borgonovo)

Ultima modifica: Martedì, 11 Luglio, 2023 - 18:12