“Shakespeare 400. Lingua, cultura e comunicazione” con il CRiFLi

6 Dicembre 2016
“Shakespeare 400. Lingua, cultura e comunicazione” con il CRiFLi

A quattrocento anni dalla morte di Shakespeare (1564-1616), tutto il mondo ne ha celebrato la poetica, riattualizzandola anche grazie alla nuova ricerca che è stata condotta sulla sua opera nel corso degli ultimi anni.

Il Centro di Ricerca sui Fenomeni Linguistici e Culturali (CRiFLi) dell'Università degli Studi dell'Insubria (Corso di laurea in Scienze della comunicazione), ha organizzato il 6 dicembre, a Varese, “Shakespeare 400. Lingua, cultura e comunicazione” un incontro di presentazione del grande drammaturgo e delle sue opere dal punto di vista linguistico, culturale e comunicativo.

Dai legami con l'Italia e la cultura italiana di cui i suoi drammi sono permeati, ai temi medico-scientifici e del diritto inglese e romano, alle metafore e ai simboli magici, alchemici e onirici, alle riscritture e agli adattamenti cinematografici e letterari che lo hanno reso sempre l'idolo di ogni pubblico, confermandone quindi l'attualità, la poliedricità e l'eclettismo: sono molti gli aspetti trattati durante il convegno dai diversi relatori negli interventi intervallati da momenti di recitazione di celebri passi shakespeariani a cura dell'attore Stefano Orlandi. Sono stati invitati gli studenti del Corso di laurea in Scienze della comunicazione, Annachiara Brusa e Marco Boga, appassionati di poesia e letteratura, che hanno presentato i risultati di un progetto di ricerca su Shakespeare condotto nell'ambito del corso di Lingua inglese. Una sorpresa per Varese è stata la presenza di Giorgio Sassi, che ha tradotto in dialetto “bosino” i sonetti di Shakespeare.

«È stata sicuramente un'occasione per ripensare alla poetica shakespeariana in chiave attuale grazie a personaggi che hanno portato sulla scena conflitti interiori e riflessioni tipiche dell'uomo moderno, che ci portano a riflettere sulla relazione fra vita e sogno, ragione e spirito, e rivelano anche quanto la lingua e la cultura inglese del Cinquecento abbia travalicato epoche e civiltà», ha dichiarato la Professoressa Alessandra Vicentini, docente di lingua inglese al Corso di laurea in Scienze della Comunicazione e direttrice del Centro di Ricerca sui Fenomeni Linguistici e Culturali.

«Il più prolifico e geniale degli autori di teatro, che il cinema ha trasformato nello sceneggiatore più amato dal pubblico: quello colto e quello meno colto, ugualmente sedotti da trame vecchie di quattrocento anni eppure in grado di offrire, a ogni età e a ogni nuova generazione, un diverso sguardo sull'abisso, sulle leggi eterne che presiedono alla passione, al potere, all'amore, alla morte. Alla domanda - se mai qualcuno la ritenesse necessaria - “perché Shakespeare?”, sarebbe impossibile rispondere diversamente che con un'altra domanda: Chi altri?», ha affermato il professor Gianmarco Gaspari, Presidente del Corso di laurea in Scienze della Comunicazione.

Come da programma, dopo i saluti del Direttore del Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate, professor Fabio Conti, sono interventuti i docenti: Claudio Bonvecchio, Magia e sogno in Shakespeare; Alessandra Vicentini, Shakespeare, alchimia e lingua; Barbara Pozzo, Il diritto di Portia; Paola Baseotto, Shakespeare e la fisiologia della passione; Gianmarco Gaspari, L'Italia di Shakespeare; Daniel Russo, Shakespeare per l'infanzia: gli adattamenti di Edizioni Lapis; a seguire la parola è passata agli studenti Annachiara Brusa e Marco Boga, e infine a Giorgio Sassi, che ha letto la sua traduzione di due Sonetti di Shakespeare in dialetto 'bosino'. 

 

 

 

Autore: Ufficio Stampa, Relazioni Esterne e Marketing - Gabriella Lanza
Ultima modifica: Martedì, 11 Luglio, 2023 - 18:17