Fattori sociali cruciali per l’identificazione del rischio coronarico: l'Insubria sull'European Heart Journal

Porre alle persone semplici domande sulla loro situazione sociale, oltre a misurare fattori medici come la pressione sanguigna e il colesterolo, darà un quadro più preciso di chi potrebbe avere un attacco di cuore in futuro.
Lo studio, pubblicato sull’European Heart Journal, mostra per la prima volta che fattori come livello di educazione, occupazione, stato civile, salute mentale, indice di massa corporea e attività fisica potrebbero essere cruciali per identificare chi è più a rischio di malattie cardiache. È stato riscontrato che questi fattori alterano le decisioni di trattamento, sull’opportunità o meno di utilizzare farmaci preventivi chiamati statine, per ben una persona su dieci.
Il professor Giovanni Veronesi (nella foto) del Centro ricerche in Epidemiologia e medicina preventiva, http://epimed.uninsubria.it, dell’Università dell’Insubria, co-autore del lavoro, commenta così: «Questo lavoro unisce due filoni di ricerca caratterizzanti il nostro Centro, quello sulla predizione del rischio e quello sui determinanti psico-sociali delle malattie cardiovascolari. I risultati estendono alle popolazioni dell’Est Europa quanto da noi già mostrato per le popolazioni Italiana e dell’Europa Occidentale; ovvero che in termini di stima del rischio di evento coronarico, fattori psico-sociali ed occupazionali possono essere altrettanto informativi rispetto ai tradizionali fattori di rischio clinici e laboratoristici. Lo studio apre scenari innovativi per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari: si pensi ad una valutazione iniziale, accurata e a basso costo, sui soli fattori psico-sociali, possibile anche a distanza per mantenere attiva la prevenzione anche in tempi di pandemia».
Il team di ricerca ha esaminato i dati di 20.000 partecipanti in diverse parti d’Europa che hanno preso parte a studi di coorte iniziati oltre un decennio fa. Ora, dieci anni dopo, i ricercatori sanno chi ha sviluppato malattie cardiache e chi no. Sono tornati al modulo dei dati originali un decennio fa e hanno cercato di vedere quale modello di previsione del rischio è più accurato: il modello SCORE tradizionale o un nuovo modello HAPIEE-SCORE creato dai ricercatori. Il modello HAPIEE-SCORE ha ottenuto risultati migliori sotto tutti i punti di vista.
I risultati forniscono ai medici e agli esperti di salute pubblica nuovi algoritmi di previsione del rischio cardiovascolare convalidati e rafforzano ulteriormente l’argomento secondo cui i fattori psicosociali hanno rilevanza nella vita reale.
Link to find the paper online: https://academic.oup.com/eurheartj/article-lookup/doi/10.1093/eurheartj/...