Addio al professor Lanzavecchia. Il ricordo dei rettori dell'ateneo
Giulio Lanzavecchia, ordinario di Anatomia comparata e Citologia, è stato il primo professore emerito dell’Università degli Studi dell’Insubria: purtroppo ci ha lasciato.
È stato uomo di scienza, didatta scrupoloso, meticoloso e appassionato ricercatore ed evoluzionista convinto – per Giulio la teoria evoluzionistica è alla base della stessa biologia – L’Università era la sua seconda casa nella quale ha vissuto la sua lunga vita. Aveva una terza casa, una baita alpina, dove, amante della natura, si rifugiava nei week-end e nelle ferie estive.
Lanzavecchia nasce a Pergola (Pesaro Urbino) nel 1929 e nel 1948 si iscrive al corso di laurea in Scienze biologiche di Milano dove si laurea nel 1952. Dopo la laurea, con una borsa di studio, si reca a Parigi dove nel laboratorio di Chimica biologica della Sorbona, con la supervisione di Luigi Gorini, amplia la propria formazione con studi sulla biochimica batterica. Gorini negli anni Sessanta si trasferisce a Boston per ricoprire la cattedra di microbiologia e genetica molecolare alla Medical School della Harvard University, ma rimarrà per sempre il suo Maestro. In effetti, Lanzavecchia, dopo aver aperto uno dei primi laboratori di microscopia elettronica in Italia, dà il via a una fertile scuola di studi di biologia ultrastrutturale (studi che vengono riconosciuti nel 1981 con l’attribuzione del premio Feltrinelli dell’Accademia Nazionale dei Lincei), diventa il principale architetto/costruttore delle cosiddette ‘Torri biologiche’ di via Celoria 26, dove nel 1982 si trasferirono tutti gli Istituti di biologia milanesi; nominato primo direttore del Dipartimento di Biologia vuole che il grande edificio sia intitolato al suo maestro Luigi Gorini.
Nel frattempo, per l’esubero di docenti e discenti che si era verificato negli anni Settanta, così come Medicina di Pavia aveva istituito in Varese i ‘corsi pareggiati’, anche Milano, su proposta dell’allora rettore Mantegazza, istituisce i ‘corsi pareggiati’ di Scienze biologiche e il preside milanese, il fisico Marcello Fontanesi (diventerà rettore alla Bicocca) suggerisce di mandare in avanscoperta Roberto Valvassori, allora giovane studioso in biologia degli invertebrati, ma anche apprezzato collaboratore di Lanzavecchia.
Nel 1992 Giulio lascia la cattedra di Zoologia dell’Università di Milano trasferendosi sulla cattedra di Anatomia Comparata della nuova sede di Varese, affiancando Valvassori già attivo in Varese dal 1990 e dando così l’impulso decisivo alla nascita di una terza Facoltà (oltre a Medicina nel frattempo si era istituita anche la facoltà di Economia con Alberto Sdralevich preside): la facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali di Milano, di cui diviene primo preside.
Forte della sua esperienza pregressa coordina con Valvassori la progettazione e la realizzazione dell’edificio di via Dunant dove, nel giugno del 1998, si trasferiscono i laboratori di ricerca biologica, sino ad allora provvisoriamente collocati nel vecchio collegio S. Ambrogio di via Ravasi, portando così in eredità al patrimonio edilizio della nascente Università dell’Insubria una struttura moderna e funzionale. Lascia la presidenza della Facoltà di Scienze di Varese alla fine del 2000 per raggiunti limiti di età.
Il Senato accademico di allora sempre ascoltò i suoi suggerimenti, le sue schiette vibranti critiche e i suoi sinceri apprezzamenti. Pur essendo anagraficamente il decano, è sempre stato un affabile professore di spirito giovanile, signorile, molto rispettoso di studenti e colleghi. Il suo volto era sempre sostenuto e impassibile, ma le sue parole, sempre scelte con ponderazione, spesso celavano ironia e talora sarcasmo. Una persona indimenticabile.
Renzo Dionigi
Alberto Coen Porisini
Angelo Tagliabue