Il professor Demichelis presenta "Città dell'uomo" di Olivetti

4 Marzo 2016

Venerdì 4 marzo 2016, a Milano, alla Libreria Utopia, è stata presentato il volume "Città dell'uomo", con l'introduzione del curatore del volume, Alberto Saibene, e la discussione dell'opera e della figura di Olivetti da parte di Lelio Demichelis, Docente di Sociologia economica al Dipartimento di Economia dell'Università dell'Insubria e di Enrico Morteo.

Adriano Olivetti moriva il 27 febbraio 1960. La sua Olivetti era in piena crescita e si stava lanciando nel settore dell'elettronica e dei primi computer. In grande anticipo sui tempi. La sua morte avrebbe coinciso con l'inizio del declino.

"Un imprenditore atipico, Adriano Olivetti. Innovativo nel fare impresa (e farla responsabile e sostenibile verso il territorio, l'ambiente, la vita dei suoi operai) e per questo poco amato dai suoi colleghi industriali. Ma anche un grande utopista politico e insieme un grande uomo di cultura. La sua Olivetti era stata definita come una comunità di spiriti liberi, a differenza della Fiat, ad esempio, considerata come una fabbrica-caserma" spiega il professor Demichelis.

A gennaio del 1960, un mese prima di morire, Olivetti era comunque riuscito a vedere la pubblicazione, presso le sue Edizioni di Comunità (fondate nel 1946) di quello che poco dopo sarebbe stato considerato il suo testamento politico oltre che d'imprenditore, ovvero la raccolta di saggi e discorsi pronunciati e scritti da Olivetti negli anni '50 e lì raccolti sotto il titolo utopistico e umanistico insieme di Città dell'uomo. Saggio oggi ripubblicato - con l'aggiunta di alcuni testi inediti e di una ottima cronologia della sua vita - dalle rinate Edizioni di Comunità, riscattate nel 2012 dal nipote di Adriano Olivetti, Beniamino de' Liguori con l'appoggio della Fondazione Olivetti di Roma.

"Figura atipica, come detto, quella di Olivetti. Imprenditore che cercava di costruire una fabbrica dal volto umano - l'uomo prima di tutto, prima anche della fabbrica - coniugando cristianesimo e socialismo in nome di una nuova forma di società basata sull'ideale di Comunità, i cui valori fondanti fossero Verità, Giustizia, Bellezza e Amore. Per uno stato decentralizzato, dove la democrazia fosse pratica dal basso, forma di autogoverno e insieme di governo responsabile. Dove il territorio e i valori che esso incorpora fossero valori condivisi ma capaci anche di creare un discorso sui fini da raggiungere insieme.

Un imprenditore e insieme un intellettuale di alto profilo. Raro in Italia e nel mondo. Come rara era la sua idea appunto di un'impresa responsabile, oggi che l'economia sembra dominata da imprese irresponsabili verso l'uomo, la società e l'ambiente e sempre più dominate da quel demone del denaro che Olivetti umanisticamente disprezzava in quanto corruttore della morale e della società" Conclude il professor Demichelis.

 

 

 

 

 

 

Autore: Ufficio Stampa, Relazioni Esterne e Marketing - Gabriella Lanza
Ultima modifica: Martedì, 11 Luglio, 2023 - 18:18