La stella di neutroni più lenta: studio Insubria sul sito della NASA

Gli Astrofisici italiani che l'hanno scoperta l'hanno ribattezzata “stella-bradipo” ed è già una celebrità nell'ambiente, al centro degli studi di due gruppi di ricerca internazionali entrambi con numerosi ricercatori dell'Istituto Nazionale di astrofisica, e da oggi anche sulla home page del sito della Nasa: 1E 161348-5055 è la stella di neutroni con il più alto periodo di rotazione mai osservato: circa 6 ore e 40 minuti.
Questa lentissima stella è al centro di uno studio, a firma della ricercatrice Nanda Rea, Università di Amsterdam, di cui è co-autore Francesco Coti Zelati, dottorando dell'Università degli Studi dell'Insubria e associato INAF all'Osservatorio astronomico di Brera. Lo studio dal titolo: "Magnetar-like activity from the central compact object in the SNR RCW103" http://arxiv.org/abs/1607.04107, pubblicato su The Astrophysical Journal Letters, da oggi è anche al centro di un articolo sul sito della Nasa: http://chandra.si.edu/photo/2016/rcw103/index.html.
«La stella di neutroni si trova al centro di un resto di supernova noto come RCW103, nella costellazione del Regolo, a novemila
anni luce da noi. Lo scorso 22 giugno la stella ha mostrato un breve ed intensissimo lampo nei raggi X, dalla durata di 10 millisecondi, e un aumento repentino della luminosità in X, che ha subito attirato la nostra attenzione - spiega Coti Zelati.
Abbiamo quindi richiesto e ottenuto la possibilità di osservare questo oggetto con differenti telescopi per i raggi X, e il nostro studio ha rivelato come la periodicità di oltre sei ore con cui osservavamo la modulazione dell'emissione in X fosse necessariamente dovuta alla rotazione della stella. Una rotazione così lenta sarebbe dovuta al fatto che, dopo l'esplosione di supernova da cui la stella di neutroni si è originata, grandi quantità di materiale inizialmente espulso dal sistema si sono probabilmente riaccumulate intorno ad una stella di neutroni con un potentissimo campo magnetico, e l'hanno letteralmente quasi “arrestata” proprio a causa dell'interazione con il suo intenso campo magnetico».