Esperienza formativa in Africa per i medici specializzandi, grazie a una convenzione con Cuamm
Sono state avviate le attività della Convenzione tra Università dell’Insubria e la Ong Medici con l’Africa Cuamm, firmata a febbraio e ufficializzata il 29 aprile con il primo incontro, condotto dal professor Giulio Carcano, in qualità di direttore della Scuola di specializzazione di Chirurgia generale dell’Università dell’Insubria.
La riunione in una sala dell’Asst dei Sette Laghi, con possibilità di seguire a distanza. Hanno partecipato medici ospedalieri, docenti e specializzandi dell'Unità operativa di Chirurgia d'urgenza, direttori e specializzandi delle Scuole di Anestesia e rianimazione, Cardiochirurgia, Ginecologia e ostetricia, Medicina interna e Medicina d'urgenza. In collegamento da Milano e da Padova, i rappresentati della Ong Medici con l'Africa Cuamm: Michele Veronesi, Irene Bianchi, Luisa Chiappa ed Alessandra Gatta (responsabile del progetto Jpo). L'incontro è stato centrato sulla presentazione dell'attività dell'Ong e sui dettagli del programma Junior Project Officer, grazie anche al racconto dell'esperienza di Andrea (specializzando di Chirurgia generale) ed Elisabetta (ex specializzanda di Medicina interna).
Medici con l'Africa Cuamm è la prima Ong operante in campo sanitario riconosciuta in Italia, nata a Padova nel 1950 come collegio per la formazione di futuri medici missionari con lo scopo di promuovere e tutelare la salute delle popolazioni africane. L'Organizzazione si impegna sia in Africa, sia in Italia, in progetti a lungo termine, tra cui la formazione di risorse umane dedicate, la ricerca, la divulgazione scientifica e l'affermazione del diritto alla salute per tutti.
Medici con l'Africa Cuamm è attualmente presente in otto diversi stati africani - Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania e Uganda - e opera in 23 ospedali, 127 distretti sanitari, 3 scuole infermieri e 1 università (l'Università Cattolica del Mozambico a Beira). In totale l'Ong conta oggi 4.777 operatori impegnati sul campo suddivisi tra 465 professionisti qualificati africani e 386 europei (di cui 331 italiani), 292 ausiliari, 2.556 risorse umane in gestione straordinaria in Sud Sudan e 1.078 in Sierra Leone.
In Italia l'attività di Medici con l'Africa Cuamm è supportata da una rete di circa 3.900 volontari e sostenitori, aderenti a 35 gruppi di appoggio distribuiti in 15 diverse Regioni, che promuovono l'associazione, sensibilizzano sui bisogni dell'Africa e diffondono una più curata e approfondita conoscenza del continente africano.
Medici con l'Africa Cuamm interagisce, inoltre, con 32 diversi atenei da cui ogni anno partono futuri medici per un periodo di formazione in Africa: fino ad ora sono 230 gli specializzandi coinvolti come Junior Project Officer (Jpo) e 355 gli studenti partecipanti a programmi formativi (Wolisso Project). Il progetto Junior Project Officer (Jpo) offre agli specializzandi un’opportunità formativa teorico-pratica strutturata in un corso di formazione «Cooperare per la salute in Africa» e 6 mesi di esperienza sul campo, in linea con gli obiettivi formativi della Scuola e con possibilità di svolgere anche attività di ricerca operativa.
Grazie alla Convenzione tra Cuamm e Scuola di Specializzazione, lo specializzando può mantenere la propria retribuzione e ottenere il riconoscimento del periodo formativo in Africa, con l’inserimento in strutture ospedaliere o in attività sul territorio. Durante l’esperienza di formazione teorico-pratica, lo specializzando è affiancato da uno specialista di Medici con l’Africa Cuamm con funzioni di tutor. Medici con l’Africa Cuamm fornisce copertura assicurativa, alloggio, supporto logistico per i permessi e i visti necessari. Le spese di viaggio, vitto e i costi correlati a visti e permessi fino a 300 euro sono a carico dello specializzando.
I giovani possono cambiare le cose, per questo Cuamm investe molto sulla formazione: «Educazione è il possesso di conoscenze, la capacità e il desiderio di acquisirne di nuove e l’abilità di usarle per analizzare e tentare di capire il mondo che ci circonda» (da «Parole che fanno bene», un libro di Medici con l’Africa).
«Se la salute è un diritto, battersi per il suo rispetto universale è un dovere»: così il professor Giulio Carcano ha voluto concludere l’incontro, con una citazione dal libro di Paolo Rumiz «Il bene ostinato».