«Misa Criolla»: il desiderio di pace cantato dal Coro dell’Insubria con due gruppi spagnoli, a Varese e Milano
Il Coro dell’Università dell’Insubria ospita due compagini spagnole e con loro esegue la «Misa Criolla» di Ariel Ramirez: nella Basilica di San Vittore a Varese sabato 30 aprile alle ore 20.45 e nella Basilica di Sant’Eustorgio a Milano (Porta Ticinese) domenica 1° maggio alle 19.30, con ingresso libero. L’iniziativa internazionale fa seguito alla trasferta in Spagna dell’Insubriae Chorus che, formato da circa venti componenti e diretto dal maestro Andrea Gottardello, nel dicembre 2021 ha cantato in due serate di successo ad Algeciras e a Malaga, con gli stessi partner e lo stesso programma. I concerti hanno il patrocinio del Comune di Varese e sono organizzati in collaborazione con l’Istituto Cervantes di lingua spagnola di Milano e Madrid.
Protagonisti con l’Insubriae Chorus sono il Coro Ziryab del Conservatorio profesional «Paco de Lucía» di Algeciras (Andalucìa), venti elementi diretti dal maestro Michele Paccagnella, e i sei musicisti del Gruppo strumentale Encuentros Andinos. Tenore solista è Francisco Arbós. Sul podio per le date spagnole e ora anche per quelle italiane Michele Paccagnella che, oltre a dirigere il Coro Ziryab, è professore di linguaggio musicale al Conservatorio Paco de Lucia di Algeciras e dal 2007 al 2011 è stato alla guida del Coro dell’Insubria.
La «Misa Criolla» (Messa Creola) è un’opera musicale composta nel 1964 dal maestro Ariel Ramirez (1921-2010), del quale è appena stato celebrato il centenario della nascita. La prima versione fu pubblicata su disco nel 1965 ed è stata riconosciuta dal Vaticano, sotto il pontificato di Paolo VI, come opera di significato universale. La «Misa Criolla» racchiude in sé da un lato la costruzione classica di una Messa, con i cinque movimenti Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei, e dall’altro una ricca diversità di stili e forme musicali che, nell’insieme, sono in grado di riassumere la musica corale iberoamericana.
Spiega il maestro Andrea Gottardello: «Il Kyrie apre la messa con i ritmi della vidala e della baguala, rappresentative della musica creola argentina; la gioia del Gloria viene esaltata dalla vivacità del carnavalito, una delle danze argentine più popolari, sottolineato dall’utilizzo del charango; il Credo ha il popolare ritmo andino della chacarera trunca, che alla linea melodica drammatica un ritmo marcato; il Sanctus segue il Carnaval de Cochahamba, uno dei ritmi più suggestivi del folklore boliviano; l’Agnus Dei conclude la Messa sullo stile della Pampa argentina, riportando l’ascoltatore alla solennità della supplica di concedere la pace».
Il programma dei due concerti, entrambi introdotti dal gruppo musicale Encuentros Andinos, prevede l’esecuzione di Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei della «Misa Criolla». Poi «El Condor pasa» di Daniel Alomía Robles e «Los Reyes Magos» da «La Navidad Nuestra» di Ramirez.
«In un momento storico come quello che stiamo vivendo, di fronte alla crisi dell’Ucraina – dice Marina Protasoni, docente, medico e presidentessa dell’Insubriae Chorus – è ancora più importante diffondere l’ideale della comunione e della fratellanza, della condivisione, dell’accoglienza e dell’uguaglianza e l’opera di Ramirez assume il significato più profondo che l’autore le attribuiva: non solo esecuzione della Messa cantata, ma espressione di un sentimento universale, legato al desiderio di pace di tutte le culture umane».
➡️ A questo link uno dei brani della «Misa Criolla» eseguito in Spagna lo scorso dicembre.