Il sigillo di Uninsubria
Il sigillo è stato realizzato da Paul Scharff, un valente grafico olandese che viveva a Cittiglio, illustratore di numerosi libri della Mondadori e testi per la De Agostini.
Paul Sharff è stato coadiuvato, nella ricerca effettuata per l'identificazione del sigillo, da alcuni studiosi ed esperti locali, in particolare da Daria Banchieri e da Gaspare Morgione.
La proposta grafica finale, in colore verde, che nelle intenzioni dei vertici dell’università richiama la ricca vegetazione della terra insubre, su fondo bianco, è la stilizzazione di due corsi d'acqua confluenti, dai quali prende vita il fiume centrale che taglia e unisce le due aree lacustri e fertilizza la terra circostante.
"Allo stesso modo l'Università degli Studi dell'Insubria- è stato spiegato - è chiamata a fertilizzare culturalmente il territorio in cui ha sede".
"L'autore ed i suoi collaboratori– sostengono i vertici dell’università - hanno effettuato una preliminare indagine storica e geografica sul territorio insubre, un'area di comuni radici storiche, culturali ed economiche, con monti, fiumi, laghi e boschi che creano un'omogeneità naturale."
Il simbolo grafico, nell'intenzione dell'artista, dovrebbe tener conto del passato e del presente, anticipando un futuro di cui l'Università degli Studi dell'Insubria rappresenta una vigorosa premessa.
Dopo l'esame di numerosissime immagini di reperti archeologici acquisiti nel corso di scavi in terra varesina e comasca, l'attenzione si è soffermata su due reperti che presentano lo stesso motivo meandrospirale: si tratta di una pintadera, sorta di timbro usato a scopo rituale, proveniente dall'Isolino Virginia, sul lago di Varese, e di una presacon volto umano, rinvenuta a Montano Lucino, in provincia di Como.
La spirale è dai tempi antichi un segno altamente simbolico e dai molteplici significati: per i Celti rappresentava le fiamme e il fuoco, ma è anche, secondo il dizionario, “il movimento delle acque”e “denota fertilità e l'aspetto dinamico delle cose".