Occupazione e internazionalizzazione: Almalaurea promuove i dottori di ricerca Insubria

9 Luglio 2021
Almalaurea

Il consorzio Almalaurea, che ha da poco presentato il Rapporto 2021 sui laureati, propone il VI Report sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei dottori di ricerca. Sono state analizzate le performance formative di 4.484 dottori di ricerca di trenta atenei italiani nell’anno 2020 e la condizione occupazionale di 5.380 dottori di ricerca 2019 di 40 atenei, contattati a un anno dal conseguimento del titolo.

➡️ All’Insubria sono otto i dottorati di ricerca: i bandi per presentare la propria candidatura sono aperti fino al 5 agosto.  

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CARATTERISTICHE DEI DOTTORI DI RICERCA

I dottori di ricerca del 2020 dell'Università dell'Insubria coinvolti sono 46: il 2,2% dei dottori ha svolto un dottorato in collaborazione con le imprese; il 35,6% ha conseguito il dottorato nello stesso ateneo della laurea, il 48,9% in un ateneo italiano diverso da quello di conseguimento della laurea, mentre il 15,6% dei dottori ha ottenuto la laurea in un ateneo estero. La quota di dottori di ricerca con cittadinanza estera è il 15,2%.

Gli studenti che decidono di iscriversi a un corso di dottorato hanno ottenuto, in media, buone performance nel percorso di studio precedente; il 60,5% dei dottori di ricerca, laureatisi in Italia, ha conseguito la laurea di secondo livello ottenendo il massimo dei voti (110 e lode). L’età media al dottorato di ricerca è pari a 33 anni e il 39,1% dei dottori ottiene il titolo di dottorato al massimo a 30 anni di età.

  • Motivazioni per l’iscrizione al dottorato e fruizione di finanziamenti

Aveva intenzione di iscriversi al dottorato già al momento della laurea il 71,1% dei dottori di ricerca. La motivazione ritenuta decisamente più importante per l’iscrizione è il miglioramento della propria formazione culturale e scientifica (80,0%). Tra le altre motivazioni, risultano decisamente importanti la possibilità di svolgimento di attività di ricerca e studio in ambito accademico (44,4%) e il miglioramento delle prospettive lavorative (37,8%). La fruizione di finanziamenti per la frequenza del dottorato ha riguardato il 93,3% dei dottori di ricerca.

  • Attività svolte durante il dottorato

Tra i dottori di ricerca, il 73,3% dichiara di aver partecipato, abitualmente per almeno un anno, ad attività formative strutturate all’interno del proprio corso di dottorato. Il 48,9% dei dottori di ricerca ha svolto un periodo di studio/ricerca all’estero e per il 45,5% di questi la durata dell’esperienza ha superato i 6 mesi. La soddisfazione complessiva dei dottori per l’esperienza all’estero è pari, in media, a 8,4 su una scala 1-10. Il 31,1% dei dottori dichiara di dedicare alla ricerca oltre 40 ore a settimana (il 6,7% dedica alla ricerca più di 50 ore alla settimana) e l’82,2% dei dottori è stato coinvolto in gruppi di ricerca. Infine l’84,4% dei dottori ha realizzato almeno una pubblicazione e, tra questi, il 100,0% l’ha realizzata in inglese.

  • Valutazione del dottorato e prospettive future

Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza di dottorato appena conclusa si è scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei dottori in merito ad alcuni aspetti. L’acquisizione di nuove competenze e abilità specifiche ha ottenuto in media un punteggio medio di 8,4 su 10; l’approfondimento di contenuti teorici 7,7 e la padronanza di tecniche di ricerca 8,0. Il 71,1% dei dottori di ricerca dichiara che, potendo tornare indietro al momento dell’iscrizione, si iscriverebbe nuovamente allo stesso corso di dottorato e presso lo stesso ateneo. Lo 0,0% rifarebbe un altro dottorato nello stesso ateneo, il 2,2% un dottorato in un altro ateneo italiano, l’11,1% si iscriverebbe ad un dottorato all’estero e l’8,9% non si iscriverebbe più ad un dottorato. Il 62,2% dei dottori ritiene che per il proprio settore disciplinare ci siano maggiori opportunità lavorative all’estero. Solo l’11,1% dei dottori ritiene invece di avere maggiori opportunità di affermarsi in Italia.

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LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI DOTTORI DI RICERCA DELL'UNIVERSITÀ DELL'INSUBRIA

Il VI Report sulla Condizione occupazionale ha riguardato 67 dottori di ricerca del 2019 dell'Università dell'Insubria, contattati a un anno dal conseguimento del titolo. Il tasso di occupazione è pari al 90,7%. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze lavoro ovvero su quanti sono inseriti nel mercato del lavoro, è pari al 4,9%. Il 31,3% degli occupati prosegue l’attività intrapresa prima del conseguimento del dottorato, mentre il 12,5% ha dichiarato di avere cambiato lavoro dopo il conseguimento del titolo; il 56,3% degli occupati si è inserito nel mercato del lavoro solo al termine del dottorato di ricerca.

  • Caratteristiche del lavoro svolto a un anno dal conseguimento del dottorato di ricerca

Tra gli occupati a un anno dal conseguimento del dottorato, il 2,6%, svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.), mentre il 28,2% è assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato. Il 20,5% svolge un’attività sostenuta da assegno di ricerca, il 15,4% può contare su una borsa post-doc, di studio o di ricerca mentre il 28,2% dichiara di essere stato assunto con un contratto non standard (per la quasi totalità si tratta di contratti alle dipendenze a tempo determinato). Il 5,1% è impegnato con contratti formativi, lavori parasubordinati, altri tipi di lavoro autonomo o senza regolare contratto. La retribuzione mensile netta dei dottori di ricerca è, in media, pari a 1.929 euro. Il lavoro part-time coinvolge il 5,1% degli occupati.

Il 75,0% degli occupati svolge una professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione: in particolare, il 27,8% è un ricercatore o tecnico laureato nell'università mentre il 47,2% svolge un’altra professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione. Decisamente contenute le quote di occupati che svolgono altre professioni. Il 53,1% ha dichiarato di svolgere attività di ricerca, in una giornata lavorativa tipo, in misura elevata, il 28,1% in misura ridotta, mentre il 18,8% ha dichiarato di non svolgere per nulla attività di ricerca.

Il 60,0% ritiene che il titolo di dottore di ricerca sia molto efficace o efficace per il lavoro svolto, il 33,3% degli occupati dichiara che il titolo è abbastanza efficace per lo svolgimento del proprio lavoro, mentre il 6,7% ritiene che sia poco o per nulla efficace. Il 59,4% degli occupati dichiara di utilizzare in misura elevata le competenze acquisite durante il percorso di studio, il 31,3% le utilizza in misura ridotta, mentre il 9,4% dichiara di non utilizzarle per nulla.

  • Caratteristiche dell’impresa in cui lavorano i dottori di ricerca a un anno dal conseguimento del titolo

Ma dove vanno a lavorare? Il 67,6% dei dottori di ricerca è occupato nel settore pubblico, il 32,4% in quello privato, mentre lo 0,0% è occupato nel settore non profit. Il settore dei servizi assorbe l’83,8% dei dottori di ricerca, mentre l’industria accoglie il 13,5% degli occupati; nessuno ha trovato impiego nel settore dell’agricoltura. Il 75,7% degli occupati dichiara di lavorare al Nord, il 2,7% al Centro, mentre lo 0,0% al Sud.Infine, il 21,6% lavora all’estero.

 

➡️ LEGGI IL REPORT ALMALAUREA INSUBRIA SUI DOTTORI DI RICERCA

➡️ LEGGI IL REPORT SU DOTTORATO DI RICERCA E MASTER ALLA PROVA DELLA PANDEMIA

Ultima modifica: Martedì, 11 Luglio, 2023 - 18:12